Dragonea è la frazione più alta di Vietri sul Mare (SA): un villaggio della divina Costiera Amalfitana, circondato da prati, boschi e da limpidi ruscelli, posto su di un'amena collina che affaccia sullo splendido scenario del Golfo di Salerno. È un casale molto antico, il cui nome originario era “ Transboneja ”, che significa “Aldilà del fiume Bonea”: questo rivolo zampillante, infatti delimita tutt'oggi il confine naturale di Dragonea, separando il territorio vietrese da quello di Cava de' Tirreni. L'attuale toponimo “Dragonea” è dovuto ad un'antica leggenda risalente all'XI secolo: si narra, infatti, che in una grotta in prossimità del paese, dove attualmente si trova il Santuario dell'Avvocatella, si annidasse un serpente, simile ad un drago, di smisurata grandezza, terrorizzando gli abitanti della zona. San Leone, secondo abate della Badia di Cava, riuscì ad uccidere l'enorme dragone con le sue preghiere, liberando così il popolo dal grande incubo.la storia di Dragonea inizia molto presto, quasi a ridosso della caduta dell'Impero romano d'occidente: alcuni vorrebbero che tale luogo fosse abitato sin dai tempi di Marcina, attribuendone l'origine, dato il nome latino di “Transboneja”, ai Romani o ai Picentini, che abitarono nella zona. Ma in effetti è più facile pensare, che possa essere nato intorno al 455 d. C., quando i Marcinesi, che riuscirono a scampare alla distruzione della loro città, si rifugiarono su queste colline per sfuggire ai barbari, dando vita ad una nuova comunità, che ben presto acquisterà una sua identità. Difatti dopo non molto tempo, con l'avvento dei Longobardi, nei secoli VI e VII, il villaggio si ampliò e diede vita piccoli casali, che dalle famiglie più importanti presero il nome di Vallone, Iaconti, Padovani, Raccio e Benincasa. Alla fine dell'XI secolo, Dragonea era già un casale considerevole, tanto che Gisulfo II, principe di Salerno, lo diede in feudo a Vivo Vicecomite, e comprendeva i villaggi di Bagnara, Albola (Albori), Ragito (Raito) e Benincasa. E queste dipendenze furono confermata anche per ciò che concerneva la cura spirituale, tant'è che la Parrocchia di Dragonea era la Chiesa Madre di tutte queste altre piccole comunità, che si distaccarono una alla volta solo a partire dal 1608.

A. Della Porta, Dragonea di Vietri sul Mare , Dragonea 1992

 

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